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24 Gen

Festa di sant’ Agata

La festa di sant’Agata è la più importante festa religiosa della città di Catania. Si celebra in onore della santa patrona della città. Si svolge tutti gli anni dal 3 al 5 febbraio e il 17 agosto. La prima data è quella del martirio della Santa catanese, mentre la data di agosto ricorda il ritorno a Catania delle sue spoglie, dopo che queste erano state trafugate e portate a Costantinopoli dal generale bizantino Giorgio Maniace quale bottino di guerra e dove rimasero per 86 anni.
S. Agata 2015

Dal 3 al 6 febbraio giungono a Catania pellegrini, turisti e curiosi provenienti da tutta la Sicilia.

Insieme con il Patrimonio dell’Umanità delle città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud orientale) conferito dall’UNESCO nel 2002, la festa di sant’Agata risulta “bene etno antropologico patrimonio dell’umanità” della Città di Catania nel mondo

La giovane Agata visse nel III secolo. Esponente di una famiglia patrizia catanese, sin da giovane consacrò la sua vita alla religione cristiana. Venne notata dal governatore romano Quinziano che decise di volerla per sé. Al rifiuto di Agata, la perseguitò in quanto cristiana e, perdurando il rifiuto della giovane, la fece martirizzare e mettere a morte il pomeriggio del 5 febbraio 251. Subito dopo la morte cominciò ad essere venerata da gran parte della popolazione anche di religione pagana. Da qui si sviluppò il culto di Agata che si diffuse anche fuori dalla Sicilia e ben presto il papa la elevò alla gloria degli altari.

La giornata del 3 febbraio si apre con la processione per l’offerta della cera a cui sono presenti oltre che cittadini e turisti, le più alte cariche religiose ed istituzionali della città, concludendosi la sera in Piazza Duomo con il caratteristico e molto atteso spettacolo pirotecnico dei fuochi del 3.

La vera festa religiosa ha però inizio la mattina del 4 febbraio con la messa dell’Aurora, quando il busto reliquiario di sant’Agata dopo un anno di attesa per tutta la città viene portato fuori dalla stanza che lo ha custodito, e “consegnato” ai devoti che lo porteranno in processione lungo un percorso esterno della città che si concluderà con il rientro nella Basilica Cattedrale in tarda notte, spesso alle prime luci dell’alba.

Nella mattina del 5 febbraio, presso la basilica cattedrale ha luogo la messa del Pontificale presieduta dalle più alte cariche religiose locali e non e dal clero. Durante tutta la giornata il busto reliquiario di sant’Agata rimane esposto presso la Cattedrale e infine nel pomeriggio dopo la santa messa viene nuovamente affidato ai devoti per un’ultima processione lungo un percorso interno della città che lo vedrà concludersi nella tarda mattinata del giorno successivo 6 febbraio.

In tutte le strade principali del centro storico di Catania vengono approntate delle illuminazioni artistiche che danno una particolare luce di festa a tutta la città. Tutti gli anni vengono variati i motivi ornamentali ma l’effetto è sempre molto coinvolgente e suggestivo.

Il culmine di queste luci si ha alla sommità di via Di Sangiuliano, dove viene realizzato un enorme pannello, largo quanto tutta la strada, che, come un grande mosaico di luci colorate, raffigura una scena

I cerei o cannalore

          

Molto antica è la tradizione dei cerei o cannalori In principio, forse già nel XV secolo erano quasi dei carri allegorici di Carnevale cambiavano foggia ogni anno ed erano più di trenta. Al giorno d’oggi sono dodici e rappresentano le corporazioni delle arti e dei mestieri della città. Si tratta di grosse costruzioni in legno riccamente scolpite e dorate in superficie, costruite, generalmente, nello stile del barocco siciliano, e contenenti al centro un grosso cereo. Questi imponenti ceri dal peso che oscilla fra i 400 ed i 900 chili, vengono portati a spalla, a seconda del peso, da un gruppo costituito da 4 a 12 uomini, che le fa avanzare con un’andatura caracollante molto caratteristica detta ‘a ‘nnacata.

Processione dei cannalori per la festa di Sant’Agata nel 1915

Le cannalore, oltre a precedere la processione di sant’Agata nei giorni 4 e 5 febbraio, già dieci giorni prima iniziano a girare per la città portandosi presso le botteghe dei soci della corporazione a cui appartengono, scortate da una banda che suona allegre marcette. I dodici cerei hanno una posizione ben codificata nell’ordine da tenere nel corso della processione alla quale partecipano:

della vita di sant’Agata. Esso, per le sue dimensioni, è visibile da lontano e rappresenta un grande affresco sullo sfondo del cielo stellato. Il tema di tale fondale cambia tutti gli anni e rappresenta come una storia a puntate della epopea di sant’Ajtuzza, vezzeggiativo con cui è chiamata dai catanesi la vergine e martire Agata.

Tradizioni culinarie

               

Non possono mancare, in periodo di festa per la Santa catanese, i dolci legati alla tradizione della santa catanese: oltre alla calia e simenza (ceci secchi, semi di melone giallo, arachidi), presente in ogni festa a Catania, vengono realizzati per la ricorrenza alcuni dolciumi che hanno un riferimento a sant’Agata, come i cassateddi di sant’Aita e le alivetti (pasta di zucchero fragrante di colore verde a forma di olive). Si tratta di dolci caratteristici della festa di sant’Agata e sono simbolici e attinenti alla vergine catanese. Le cassateddi fanno riferimento alle mammelle, per questo detti anche minnuzzi ri sant’Àjta, che furono strappate alla santa durante i martirii a cui venne sottoposta per obbligarla ad abiurare la sua fede. Le alivetti, invece, si riferiscono ad una leggenda che vuole sia stato un albero di ulivo, sorto improvvisamente, a nascondere la vergine Agata mentre era ricercata dai soldati del console romano Quinziano.

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